LE PECULIARITA’ DEL TERRITORIO

Comune alle porte della Capitale, Guidonia Montecelio è una delle principali località della città metropolitana di Roma. Distante circa 20 chilometri da Roma, si trova su di una collina alta 105 metri.

Guidonia Montecelio sorge su due alture che in epoca preistorica furono occupate da un centro urbano identificato con la città latina di Corniculum, secondo la tradizione di Servio Tullio, che scomparve dopo essere stata sottomessa a Roma. Durante l’età romana sulle pendici dei colli sorsero varie ville rustiche e sulla vetta più elevata venne costruito un tempietto in opera laterizia su podio di travertino.

Intorno all’anno Mille tale sommità per il suo valore strategico fu prescelta per la fondazione di un castello, il “Castrum Monticellorum”, circondato da mura che ricalcavano quelle preistoriche. All’interno del recinto venne innalzata una imponente fortezza quadrangolare, oggi quasi completamente crollata, nella quale venne imprigionato e ucciso l’Abate di Subiaco, Pietro, che si era opposto alle mire espansionistiche dei Signori di Monticelli.

Nello stesso tempo sulle rovine dell’abbandonato Monte Albano veniva edificato il vasto complesso francescano di San Michele Arcangelo, abitato dai frati sino al 1873. Con l’unione dello Stato Italiano il pese cambiò il suo nome in Montecelio.

Lo stemma di Montecelio è una cornacchia, su tre monti e una banda d’oro che reca le lettere S.P.Q.C., e risale almeno al Cinquecento. Già nel Seicento Montecelio era identificato come l’antichissimo centro latino, cui si riferisce la sigla Senatus PopulusQue Corniculanus.

Nel 1916, durante la prima guerra mondiale, l’Aeronautica Militare occupò parte dei terreni di Montecelio per crearvi un Campo di Aviazione in cui si addestravano gli allievi piloti. Dopo il conflitto l’Aeroporto di Montecelio, intitolato al Ten. Col. A. Barbieri caduto in combattimento acquisì sempre maggiore importanza. Il comune di Guidonia Montecelio così come lo vediamo oggi fu costituito con Regio Decreto-Legge il 21 ottobre 1937 unendo i centri abitati di Montecelio e Guidoniz. Durante il Fascismo venne inaugurato proprio qui il Campo d’Aviazione di Montecelio, uno dei maggiori campi di addestramento del regime.

Nel secondo dopoguerra il comune ha avuto un vertiginoso aumento demografico, dovuto principalmente alla crescita dell’area metropolitana romana sugli ampi terreni ancora non edificati dell’Agro Romano, portando con sé una forte presenza industriale e anche per via del pendolarismo. Il comune è cresciuto negli anni Cinquanta per la speculazione edilizia post-bellica, e si è consolidato grazie alla creazione di uno dei più grandi poli industriali della Regione Lazio.

Montecelio è ricco di manifestazioni; alcuni di una certa rilevanza, altre più di basso profilo. Prima ricorrenza dell’anno solare è la Festa di Sant’Antonio Abate. In aprile poi si celebra la Festa in onore della Madonna che viene di nuovo ripetuta l’ultima domenica d’agosto; e infine chiude l’estate la Festa di San Michele Arcangelo. in occasione della festa di San Michele Arcangelo le donne e gli uomini indossano i caratteristici costumi del paese: gli uomini si vestono da “buttero”, le donne indossano la “vunnella”, un costume che mette in risalto la prosperosa bellezza rispondente ai canoni estetici di tempi lontani: seno turgido e prosperoso, vita stretta, fianchi larghi adatti per procreare. La Festa patronale della Madonna di Loreto ricorre invece ogni 10 dicembre, nel pieno del periodo pre-natalizio.

A immortalare le donne di Montecelio con il loro quotidiano costume pensò, ai primi del XIX sec., il Pinelli, personalità locale, ma non mancarono acquarellisti che le ritrassero almeno fino al primo trentennio del Novecento. Persino il cinema nella persona del grande regista-attore Vittorio De Sica lo ha ripreso (appare, anche se in una piccola scena, nel film “Anna di Brooklin”).

Se le donne di Montecelio oggi non lo indossano più quotidianamente dagli anni Cinquanta del secolo scorso, di certo non tralasciano di farlo in occasione della sfilata di San Michele.
Esso è più prezioso sia per la qualità delle stoffe adoperate che per gli ornamenti, infatti, il costume veniva indossato dai ricchi o come vestito nuziale o per partecipare ad avvenimenti di un certo spessore. Occorre ricordare che in passato due erano i tipi di “vunnella”: quella d’oro e l’altra di maglia fissa. La prima era utilizzata, essendo ricamata in oro, dalle possidenti, la seconda dalle meno abbienti. In ambedue i casi, i ricami tradizionali seguivano fogge e trame similari.

Per gli appassionati della gastronomia, in questa zona si possono trovare i Cuzzi di Roviano, una pasta tipica della provincia romana, ottenuta impastando farine di grano tenero, grano duro, granturco, acqua e uova. Un dolce tipico di Montecelio è il pangiallo (pane jallu), dolce natalizio fatto a base di frutta secca, mandorle noci, nocciole, uva passa, farina, zucchero, fichi secchi, miele. Poi ci sono le pinciarelle; si tratta di pasta fatta con acqua e farina e condita con sugo di pomodoro fresco appena cotto, e formaggio locale, in genere pecorino; è uso in questi ultimi anni a metà settembre organizzare nella piazza di Montecelio “la sagra delle “pinciarelle”.