CONVIVIALE 3 NOVEMBRE 2022: PREVENZIONE E TUTELA DEI MINORI VITTIME DI VIOLENZA

Alla conviviale dello scorso 3 novembre tenutasi presso il Grand Hotel Duca D’Este di Tivoli Terme, il Rotary Club Guidonia Montecelio è stato onorato della partecipazione di due relatori d’eccezione: la Dr.ssa Paola Pentassuglia, Dirigente del Commissariato di Tivoli, e il Sostituto Commissario Davide Sinibaldi, i quali hanno riferito dell’impegno della Polizia di Stato, ed in modo particolare il loro, nella prevenzione e nella tutela dei minori vittime di maltrattamenti ed abusi, occupandosi specificamente anche di violenza di genere e stalking.

Vi è da dire che il nostro territorio presenta un elevato tasso di questi casi al punto che quello di Tivoli è uno degli uffici di Polizia più citato nei documenti di analisi raccolti dall’unità del Servizio Centrale Operativo (SCO) in tema di violenza di genere dalle Alpi alla Sicilia.

Grazie alla loro empatia, i poliziotti di Tivoli riescono ad entrare nelle case delle persone facendo la prima prenotazione di polizia giudiziaria cristallizzando ciò che vedono. E, tra le segnalazioni che giungono al 112, la lite in famiglia è la più frequente.

È un lavoro di squadra importantissimo che si svolge anche in coordinamento tra polizia, carabinieri e guardia di finanza attraverso un sistema informatico di interforze.

Così finanche l’ufficio armi lavora in perfetta simbiosi sia con le volanti sia con l’ufficio del Sost. Commissariato Sinibaldi in quanto, in un intervento per lite in famiglia, la prima attività della sua sala operativa è verificare se in quella casa ci sono delle armi, in modo tale da condurre l’intervento stesso in maniera preventiva e prudenziale.

La prevenzione è fondamentale, si fa a monte ed anche se non finisce sui giornali non facendo notizia, costituisce la percentuale più alta del loro lavoro: con questa attività sono stati scongiurati tantissimi eventi nelle famiglie che avrebbero potuto sicuramente degenerare.

Il tutto reso possibile dalla connessione che si è instaurata tra la Polizia e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, dove – come sottolineato dalla Dr.ssa Paola Pentassuglia – vi è un Procuratore Capo, il Dr. Francesco Menditto, che ha una sensibilità riconosciuta a livello nazionale su questa materia, probabilmente unica.

Vi è una corrispondenza quotidiana tra la polizia e gli uffici giudiziari ai quali vengono puntualmente sottoposti i fatti, andando a parlare con i magistrati, facendo di tutto affinché l’attenzione possa essere attirata su quel caso che potrebbe dare dei seri problemi, rischi appunto per l’incolumità delle persone.

È proprio dal territorio di Guidonia che è nata l’esigenza di creare un coordiamento negli interventi. Giunto al Commissariato di Tivoli nel 2006, il Dr. Davide Sinibaldi ha intuito subito che qualcosa avrebbe dovuto essere cambiata nell’approccio a questi crimini, che rappresentano una pericolosa tipologia di reato nel senso più assoluto.

Attesa l’enorme incidenza di casi di violenza di genere in cui sovente venivano e vengono tutt’ora coinvolti i minori, è stato compreso come occorresse non più etichettare genericamente e superficialmente la lite in famiglia come conflitto tra due soggetti posti sullo stesso piano, marito e moglie, che poi viene sedato, bensì entrare sulla scena del crimine – poiché, purtroppo, l’abitazione familiare in queste situazioni funge proprio da questo – e comprendere cosa sia realmente successo.

Anche la sensibilizzazione nelle scuole è importante: l’opera di denuncia, e prima ancora di percezione e accorgimento, da parte degli insegnanti di un problema che attanaglia un minore attenzionando le forze dell’ordine e i genitori.

Il primo passo è stato quindi il lavoro di ricostruzione, per ogni singolo caso ed intervento: laddove, ad esempio, emergeva un fatto che andasse oltre la semplice lite all’interno del medesimo nucleo familiare, bisognava ricercare tutte le annotazioni che venivano redatte nell’arco del tempo su quel preciso contesto familiare.

E da lì è stata immediatamente sentita la necessità di creare un coordiamento e, soprattutto, di trovare un unico linguaggio che potesse essere comprensibile a tutti gli operatori – poliziotti, avvocati, insegnanti, sanitari, assistenti sociali.

Ciò in quanto ogni parola ha il suo senso: la lite è un rapporto tra due soggetti che hanno un alterco, discutono ma che in realtà sono sulla stessa linea. La violenza invece ha due soggetti contrapposti su piani diversi: aggressore e vittima che subisce.

La cronaca docet: quante volte in casi di femminicidio si è sentito riferire dai vicini di casa che quell’uomo era una brava persona?

É per questo che diventa importante entrare nelle abitazioni per poter essere in grado di percepire il campanello d’allarme, ossia il problema che deve essere approfondito.

Così il Dr. Sinibaldi e gli uomini della sua squadra nel 2006, presa coscienza dell’emergenza in atto, hanno pensato di telefonare alle donne la mattina successiva all’intervento – supponendo, o meglio, sperando nell’assenza degli uomini in quell’orario – quindi parlare con loro, capire cosa è accaduto veramente e con molta difficoltà, anzi quasi stupite che qualcuno della polizia le chiamasse per coprendre le ragioni per cui la volante il giorno prima era intervenuta, in quel momento quelle donne si aprivano e raccontavano il loro mondo.

È stato sin da subito compreso come la difficoltà a denunciare da parte delle donne fosse dipesa dalla loro paura di non essere ascoltate per quel crimine i cui presupposti scalfiscono l’anima di chi ne è vittima.

È stato creato un tavolo tecnico unico in Italia nel suo genere, nato dalla collaborazione tra il Dr. Sinibaldi ed il Centro Antiviolenza operante sul territorio di Guidonia, Le Lune, aprendosi poi ad altri attori istituzionali: sanitari, servizi sociali, psicologi ed avvocati, con ciò preparando appositi luoghi per accogliere il problema, ascoltando le vittime di violenza, sia adulti che minori.

Facciamo questo. Per me da un anno e due mesi che sono a Tivoli – conclude la Dr.ssa Paola Pentassuglia – l’approccio è stato un mondo che è quello di questa materia. Una materia che ti porti a casa. Cerchiamo di metterci la giusta testa e il giusto cuore perché ci vuole tanto cuore ed empatia per affrontarla”.